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Ivrea, il capoluogo del Canavese, sulla rotta dei pellegrini

Ivrea, capoluogo del Canavese, denominata Eporedia in epoca romana, è una città ricca di storia, arte e cultura, nonché sede dello storico e importante Carnevale di Ivrea.

Trovandosi in una posizione strategica, all’imbocco della Valle d’Aosta, fu in passato un importante punto di passaggio e di scambio commerciale, ma fu soprattutto la nascita della fabbrica Olivetti, fondata nel 1908, a renderla celebre in tutto il mondo. Non a caso, nel 2018 fu riconosciuta dallUnesco come Patrimonio dell’Umanità.

Oggi la fabbrica Olivetti è chiusa, ma la bellezza del territorio ha incentivato un turismo sempre più consapevole e responsabile, che ha ridato vita anche all’importante Via Francigena, l’itinerario che in passato seguivano i pellegrini di tutta Europa del Centro Nord per raggiungere Roma, sede del Papato e cuore della cristianità.

L’itinerario francigeno non era solo un tracciato devozionale ma anche una via percorsa da mercanti, eserciti, uomini politici e di cultura che hanno creato un canale di scambio e comunicazione che ha portato alla sostanziale unità della cultura europea tra X e XIII secolo.

Il nostro percorso inizia dalla stazione, da qui proseguendo su Corso Costantino Nigra, dove si trovano numerosi bar e negozi, si raggiunge in una decina di minuti la bella fontana, realizzata dallo scultore Emilio Greco nel 1957, dedicata a Camillo Olivetti, fondatore dell’omonima fabbrica. La struttura poggia su una parete rocciosa da cui cade una cascata d’acqua, che crea un effetto molto suggestivo.

A questo punto si può attraversare il corso e, proseguendo dritti su Via Riva, si raggiunge Via Arduino, una delle strade più antiche della città.

Da qui, seguendo le indicazioni, si può raggiungere l’imponente Castello “dalle rosse torri”, che si erge nella parte più alta della città, costruito nel 1358 da Amedeo VI di Savoia come fortezza.

Nelle vicinanze si trova anche il Duomo della città; ovvero, la Cattedrale di Santa Maria, voluta dal vescovo Warmondo (969/1005) sulle vestigia di un tempio romano.

Oggi la chiesa conserva ancora molti degli elementi romanici originali, come la favolosa cripta con i suoi straordinari affreschi del XI – XIII secolo, i campanili, il tiburio e l’esterno dell’abside, accanto alla quale si possono vedere i resti del Chiostro dei Canonici.

Dal Duomo, seguendo l’antica Via Francigena, scendendo lungo l’antico decumano romano, si giunge in Piazza del Municipio, dove si può ammirare, sulla facciata della Chiesa di Sant’Uderico, il fronte di un campanile romanico: secondo la tradizione, nel 971 il vescovo tedesco avrebbe compiuto un miracolo proprio in questo luogo.

Dopo aver gustato un pasto in una delle tipiche trattorie del posto, vi consigliamo di assaggiare l'antipasto con le cipolline di Ivrea, si può decidere di continuare a seguire le indicazioni sulla rotta della Via Francigena che, passando inizialmente sulla strada statale, raggiunge la graziosa Chiesa di San Lorenzo Martire. 

Adesso, proseguendo su sentieri pianeggianti, si giunge a Cascinette d’Ivrea, nei cui pressi merita una sosta il suggestivo Lago Campagna, di origine glaciale come tutti i laghi dell’anfiteatro Morenico di Ivrea. Qui vicino possiamo anche intraprendere il giro dei "5 laghi di Ivrea", che passano anche sulle famose Terre Ballerine.

Oppure, si può scegliere di tornare verso il centro città e proseguire la visita del centro storico. Passando per Via Palestro si può fare una sosta nell’interessante Museo Civico Pier Alessandro Garda, dove si trovano numerose antichità dell’eporediese.

Adesso raggiungiamo il Lungolago fino ai Giardini Giusiana, dove si innalza la Torre romanica di Santo Stefano, uno dei simboli della città, e dove risiede come ospite un imponente esemplare di carpino monumentale. Qui  incontriamo anche la famosa Pasticceria Balla, dove si può assaggiare la buonissima e unica Torta 900.

Sulla sinistra, invece, si nota un'originale struttura del Centro Congressi La Serra. Questo singolare edificio, a forma di macchina da scrivere, venne progettato dagli architetti Iginio Cappai e Pietro Mainardis dopo la morte di Adriano Olivetti.

A questo punto, seguendo sempre le rive del fiume, che danno la possibilità di ammirare tra i più bei scorci della città, si può tornare in Corso Nigra e poi verso la stazione.

 

Testo e immagini: @alessandra.corra

Archivio @regione.piemonte